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Autore : Redazione
Lunedì 27 alle 15 è stata fissata la prossima seduta del Consiglio Regionale sul Piano Casa. E anche se alla fine dell’ultimo Consiglio il Movimento Cinque Stelle, per allontanare il rischio che la giunta possa avanzare il cosiddetto “maxiemendamento”, aveva dichiarato il ritiro di centinaia di emendamenti, non è eslcuso che si ricorra ugualmente a questa procedura, già prevista giovedì scorso e saltata in extremis a causa dello scompiglio causato dall’approvazione imprevista di un emendamento M5S (1) . Il maxiemendamento è una prassi che prevede la proposizione di un emendamento costituito da unico articolo in cui vengono inseriti tutti gli articoli della legge e gli emendamenti graditi alla maggioranza, da votare “prendere o lasciare”. E in proposito abbiamo fatto una scoperta interessante. Quando questa “forzatura” fu usata dalla Polverini, proprio per approvare il Piano casa parente prossimo di quello in discussione, nel 2011, i partiti allora all’opposizione - Partito Democratico in testa – si scagliarono contro questa prassi, chiedendo addiritttura un “parere pro veritate”* a Michele Ainis, giurista e costituzionalista, che fece delle osservazioni assai significative, sia sul ricorso al maxiemendamento, sia sulla mancata adozione, da parte del Consiglio della Regione Lazio, di alcune garanzie democratiche, che a tutt’oggi sono rimaste lettera morta…
Nessuna modalità procedimentale, sia pur giustificata dall’intento di arginare condotte ostruzionistiche, può reputarsi costituzionalmente lecita quando finisca per negare alla radice i diritti delle opposizioni, trasformando l’iter legis in un canto solitario della maggioranza di governo. In una Costituzione pluralistica come quella italiana del 1947, ogni diritto – e ogni potere – deve bilanciarsi con altri diritti e poteri; altrimenti s’aprirebbe un varco alla «tirannia dei valori» di cui parlò Carl Schmitt.
L’intestazione del parere “pro veritate” del 2011 del costituzionalista Ainis
A volerla prendere con ironia, si potrebbe dire che il comportamento di questa maggioranza regionale di centrosinistra, assomiglia a quell’episodio di I Mostri* di Dino Risi, in cui Gasmann, da pedone, grida “incivili†agli automobilisti, per poi, non appena salito sulla sua Fiat Cinquecento, partire a razzo rischiando di travolgere i pedoni sulle strisce.
E non si tratta solo dei tanti articoli del Piano Ciocchetti/Polverini duramente criticati dal PD di opposizione e ora fatti propri dal PD di governo. Il “doppio standard†riguarda anche la prospettiva di mettere a tacere qualsiasi dibattito in aula usando lo strumento del cosiddetto “maxiemendamentoâ€, che consiste nel fare del provvedimento un “pacchetto inemendabile†e farlo approvare tutto insieme dalla maggioranza, mantenendo solo gli emendamenti approvati fino a quel momento e inserendone altri di gradimento dell’assessore, con la scusa ufficiale dell’â€ostruzionismo†dell’opposizione, che renderebbe impossibile approvare la proposta di legge con tempi certi. Ora, bisogna dire che l’opposizione non sta facendo alcun ostruzionismo, e che finora i tempi si sono allungati non per il dilungarsi della discussione sulla proposta di legge, ma per la scarna calendarizzazione (due sedute a settimana) con tempi ridotti (forse una media di 4 ore a seduta), forse anche a causa dell’esiguità delle presenze dei consiglieri (molti assenti nella maggioranza), sempre al limite della mancanza del numero legale. E bisogna anche ricordare che il capogruppo PD Valentini, solo nel luglio scorso, aveva annunciato che non si sarebbe più fatto ricorso a maxiemendamenti come quello usato dalla giunta per approvare il bilancio (vedi video sottostante fornito da M5S)
[youtube https://www.youtube.com/watch?v=NHrWF6ZlpRk]
Ma abbiamo fatto un’altra importante scoperta che richiama lo sketch di Risi, cioè che proprio sul Piano casa della Polverini, i partiti allora all’opposizione, lanciarono una durissima battaglia contro l’impiego del maxiemendamento (1), chiedendo a MICHELE AINIS,  giurista e costituzionalista, un “Parere pro veritate circa la legittimitaÌ€ e la giustiziabilitaÌ€ dell’iter di formazione delle leggi della Regione Lazio nn. 10 e 11/2011â€. Ne citiamo alcuni passaggi, rimandando alla lettura integrale, assai interessante (2).
(…)”Se tali limiti specifici all’emendabilitaÌ€ dei testi normativi [in vigore in Francia e in Germania, citate da Ainis come esempio positivo NDR] fossero codificati anche in Italia, pressocheÌ tutti i quesiti da cui muove il presente parere otterrebbero un facile responso, senza la necessitaÌ€ d’indagini ulteriori. PiuÌ€ in particolare, verrebbe esclusa prima facie l’ammissibilitaÌ€ dei maxiemendamenti, che formano oggetto di una prassi deteriore sia nel Parlamento nazionale sia nei Consigli regionaliâ€.
(…) “La letteratura costituzionalistica eÌ€ pressocheÌ unanime nel denunciare l’incostituzionalitaÌ€ dei maxiemendamenti, sia nell’ordinamento statale che in quello regionale… ” Tra i motivi dell’incostituzionalità citati da Ainis: “percheÌ confisca i diritti delle minoranze e sequestra la stessa volontaÌ€ della maggioranza, relegando la decisione dell’assemblea legislativa a mero atto plebiscitario” (…) “percheÌ, in conclusione, nega la libertaÌ€ del voto parlamentare o consiliare, ponendo ciascun membro dell’assemblea legislativa di fronte all’alternativa secca fra «sì» e «no» rispetto a un blocco di norme eterogenee, che giocoforza riceverebbero voti differenziati ove fossero votate una per una“(3)
(…) “L’uso e l’abuso dei maximendamenti ricalca lo schema tipico della questione di fiducia posta dal governo nazionale dinanzi al Parlamento, ma senza le garanzie apprestate dai regolamenti parlamentari, senza la sanzione potenziale delle dimissioni della Giunta, senza dunque mettere in gioco la responsabilitaÌ€ dell’esecutivo regionale, come viceversa accade in varie altre Regioni” “Mancando, a livello regionale, un’istanza superiore di controllo, come quello esercitato dal Presidente della Repubblica sulle leggi statali prima della promulgazione, l’intero sistema ne risulta sbilanciato. E il risultato eÌ€ un potere senza contropoteri: tutto l’opposto dei principi elaborati nel Settecento da Charles Louis de Montesquieu, sui quali si regge ogni Stato di diritto“.
 LE INADEMPIENZE DELLA REGIONE LAZIO
“La Regione Lazio in 7 anni [oggi 10 NDR, 1 anno e mezzo dall’insediamento della nuova maggioranza] non ha ancora provveduto a correggere il regolamento interno del Consiglio regionale (approvato con delibera 4 luglio 2001, n. 62), bencheÌ sia intervenuto nel frattempo un nuovo Statuto (legge statutaria 11 novembre 2004, n. 1)”. Secondo Ainis derivano “Da qui varie distonie, tali da tradursi in altrettanti vizi delle leggi regionali, in virtuÌ€ della posizione “costituzionale†dello Statuto nel sistema delle fonti regionali“.
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Ma secondo Ainis “l‘inadempienza della Regione Lazio non investe unicamente il regolamento dei lavori. Lo Statuto (all’art. 68) contempla l’istituzione del Comitato di garanzia statutaria, quale organo regionale indipendente, con funzioni di controllo circa la conformitaÌ€ ai principi statutari delle leggi regionali approvate dal Consiglio. Dopo 7 anni [a oggi 10 NDR], neppure tale organismo ha visto mai la luce, a differenza di quanto eÌ€ avvenuto in varie altre Regioni“
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Ci auguriamo quindi che i gruppi della maggioranza,e in particolare il Partito Democratico e Sinistra Ecologia e Libertà ,  scelgano la linea della coerenza e accantonino il ricorso al maxiemendament, affrontando in aula il confronto dialettico e democratico su ogni articolo proposto.
POST SCRUPTUM: una frase ci ha colpito del parere di Ainis: “...enfatizzare il valore della prassi equivale a sminuire il valore della regola. In generale, tutta la nostra storia costituzionale eÌ€ costellata da prassi fraudolente, che in ultimo hanno offuscato la stessa legalitaÌ€ costituzionale...”
scarica il Parere pro veritate Regione Lazio Ainis 25 novembre 2011
> vai alle 7 domande di Carteinregola all’assessore Civita (21 ottobre 2014)
> Vai a Piano Casa 2 Cronologia materiali
[youtube https://www.youtube.com/watch?v=s-8gPAN-gKQ]
(1)vedi nostro post QUELL’EMENDAMENTO CHE HA FATTO ARRABBIARE IL CENTRO DESTRA
(3)Gli articoli del Regolamento della Regione Lazio (scarica REGOLAMENTO_COORDINATO consiglio regione lazio
Art. 64 (Discussione)
Art. 65 (Discussione sulle linee generali)
Art.66 (Discussione sui singoli articoli)
Art. 67(Emendamenti)
Art. 68 (Modalità di votazione degli emendamenti)
(4) Dal parere pro veritate: “In sintesi, l’incostituzionalitaÌ€ dei maximendamenti poggia su almeno otto ragioni: a) percheÌ distorce il concetto di «articolo» evocato nell’art. 72 della Costituzione, come unitaÌ€ minima e omogenea di materiale normativo, che viene pertanto sottoposto a un’unica votazione; b) percheÌ si traduce in un fattore d’oscuritaÌ€ dei testi normativi; c) percheÌ offusca la trasparenza del processo di decisione legislativa, privandolo dei caratteri di pubblicitaÌ€ che lo distinguono rispetto alla produzione normativa del governo o della Giunta regionale; d) percheÌ alla stessa stregua occulta la ratio della disposizione normativa, dato che quest’ultima viene elaborata nel chiuso degli uffici ministeriali o assessorili, senza sottoporla ad alcuna illustrazione preventiva; e) percheÌ priva di significato l’istituto della riserva di legge, nella sua accezione garantistica, basata essenzialmente sul concorso delle minoranze all’elaborazione dei testi legislativi; f) percheÌ altera gli equilibri del procedimento, che si fondano su una precisa progressione nelle manifestazioni di volontaÌ€ dell’assemblea, cui deve sempre consentirsi un voto (quantomeno implicito) su ciascuna delle opzioni presenti; g) percheÌ confisca i diritti delle minoranze e sequestra la stessa volontaÌ€ della maggioranza, relegando la decisione dell’assemblea legislativa a mero atto plebiscitario; h) percheÌ, in conclusione, nega la libertaÌ€ del voto parlamentare o consiliare, ponendo ciascun membro dell’assemblea legislativa di fronte all’alternativa secca fra «sì» e «no» rispetto a un blocco di norme eterogenee, che giocoforza riceverebbero voti differenziati ove fossero votate una per una”
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